Lophura edwardsi
Lophura edwardsi.....da - www.vietnampheasant.org
LUOGO DI ORIGINE
STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA
ESTINTO | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | NON A RISCHIO
GENERE LOPHURA ( FLEMING, 1822 ) LOPHURA EDWARDSI ( OUSTALET, 1896 )
FAGIANO di EDWARDS
ORDINE...............GALLIFORMES.
FAMIGLIA............PHASIANIDAE.
GENERE..............LOPHURA.
SPECIE................EDWARDSI.
Scoperto e descritto per la prima volta nel 1896, non se ebbe più notizia sino al 1923 quando Delacour nel mentre di una spedizione ritrovò la specie nell'Hannan, provincia del Vietnam centrale, mentre il nome scientifico commemora l'ornitologo e paleontologo francese Alphonse Milne-Edwards ( 1835-1900 ) direttore del Museo di Storia Naturale di Parigi.
ITALIANO = Fagiano di Edwards | INGLESE = Edward's Pheasant | FRANCESE = Faisan d'Edwards | SPAGNOLO = Faisan de Edwards | TEDESCO = Edwardsfasan.
SPECIE: Nominale < LOPHURA EDWARDSI > ( CITES-A per entrambe le sottospecie )
SOTTOSPECIE: Monotipico ( Alcuni autori insistono nel considerare la specie suddivisa in due.2 sottospecie ):
Lophura edwardsi edwardsi…........fagiano di Edwards…..................................................................OUSTALET...............................1896.
* Lophura edwardsi hatinensis…...fagiano vietnamita.... ( non più ritenuto valida )...........................VO-QUY & NGONG QUANG...1965.
* Scoperto nel 1965 in una regione centrale del Vietnam, Lophura e hatinensis fu ufficialmente riconosciuto come specie da Vo Quy nel 1975, mentre da alcuni autori veniva ancora ritenuto una variante di Lophura e. edwardsi o varietà instabile prodotta da incrocio. In natura, pur non essendoci avvistamenti confermati ormai da molti anni, si presumeva che vi fosse rimasto qualche esemplare dato che nel 2009 nel nord Hai Van ( Vietnam centrale ) venne catturata una femmina ascrivibile al Lophura hatinensis.
Da: Simon Mahood < Wildlife Conservation Society > : Il fagiano vietnamita ( Lophura hatinhensis ) venne descritto nel 1975 da un esemplare maschio simile a Lophura edwardsi, ma che presentava quattro timoniere bianche, anziché blu scuro metallizzato come nella forma nominale. Per chiarire le perplessità riguardanti la sua curiosa distribuzione e dubbia peculiarità morfologica, nonché lo status tassonomico di Lophura hatinhensis è stata esaminata la morfologia di esemplari in cattività appartenenti ad entrambi i taxa, e analizzato il DNA mitocondriale. Queste linee di prova hanno dimostrato che i soggetti esibenti il fenotipo "hatinhensis", probabilmente, rappresentano solo una variazione di Lophura edwardsi. Pertanto Lophura hatinhensis dovrebbe essere rimosso dalla Lista Rossa IUCN e da altre liste di controllo delle specie esistenti.
* Lophura imperialis.......................fagiano imperiale.......( non più ritenuto valida ).........................DELACOUR & JABOUILLE.....1924.
* Per foto e info, vedere alla pagina - Lophura edwardsi sottospecie
LUOGHI DI ORIGINE: L. E. EDWARDSI è endemico del centro-sud del Vietnam ( Annam centrale ), con la massima concentrazione di uccelli che si verifica all'interno ed intorno alla riserva naturale di Ke-Go nella provincia di Ha-Tinh, ed è anche presente in alcune aree delle province di Quang-Tri e Thua-Thien. Mentre la sottospecie L. E. HATINHENSIS si trova, o dovrebbe trovarsi, solitamente più a nord, in zone collinari ricoperte da fitta vegetazione.
HABITAT NATURALE e COMPORTAMENTO: Si tratta di una specie dalle piccole dimensioni, perfettamente adattata al tipo di ambiente fitto ed intricato in cui solitamente vive. Predilige foreste umide di semi-sempreverdi e pluviali di pianura, aree costiere o bassa collina sino a 500 metri di altitudine, pur essendo difficilmente avvistabile sopra i 300 metri, caratterizzate da lussureggiante vegetazione dominata da rampicanti e intricato sottobosco, come pure in secondarie e radure erbose nelle quali suole spollinarsi e fare bagni di sole. In alcune zone i territori del fagiano di EDWARDS si sovrappongano a quelli del L. IMPERIALE, anche se il primo è solitamente distribuito più a sud, cosa che invece non si verifica tra EDWARDSI e HATINHENSIS. Allo stato selvatico non si conosce quasi nulla sul comportamento sociale e riproduttivo della specie, ne tanto meno si è certi sull'età in cui iniziano a riprodursi, che potrebbe essere al primo, al secondo se non addirittura al terzo anno di vita, tuttavia alcuni indizi portano a presumere che possano essere monogami. Per quel poco che ne sappiamo il nido viene realizzato direttamente sul terreno e consiste in una buca poco profonda modellata dalla femmina e rifinito grossolanamente con materiali morbidi ed asciutti trovati nelle immediate vicinanze, e nascosto nel fitto della vegetazione in un luogo tranquillo e sicuro, al riparo per quanto possibile dalle abbondanti piogge. Di norma vengono deposte 2-8 uova, rotonde di colore rosa disseminate di macchioline fulvo-crema incubate, per quel che ne sappiamo, dalla sola femmina con il maschio appostato nelle immediate vicinanze a fare la guardia, ma una volta schiuse si riunisce alla famigliola aiutando con fervore la compagna ad allevare la prole.
STATO DI CONSERVAZIONE IN NATURA: La specie secondo gli organismi preposti al controllo parrebbe destinata ad estinguersi in tempi relativamente brevi se non si interviene tempestivamente con efficaci piani di conservazione. Le aree storiche dove vivevano abitualmente sono ormai distrutte, spogliate di quella che sino a non molti decenni fa corrispondeva ad una lussureggiante vegetazione primaria dal massiccio uso di prodotti chimici e/o defoglianti fatto dagli americani durante la guerra del Vietnam, e successivamente convertite dai locali in aree agricole. Tuttavia la perdita di habitat naturale è continuata, ed attualmente purtroppo le cose non sono migliorate dato che il disboscamento è ancora in atto soprattutto in pianura con intere foreste distrutte, mentre le poche rimaste sono sotto forte pressione e vivono una lenta agonia, soggette come sono a tagli continui e spesso incontrollati, facendo sì che le già piccole e frammentate popolazioni siano in continuo calo. Senza dimenticare la caccia e le catture non autorizzate, effettuate a terra sfruttando le trappole normalmente utilizzate per i mammiferi, di soggetti vivi che vanno ad incrementare il commercio illegale di animali. In ogni caso i dati sino ad ora elaborati e basati su notizie provenienti dai luoghi di origine non bastano a tracciare un quadro preciso sullo stato attuale della specie, che rimane più che mai confuso.
Nonostante Birdlife / IUCN li classifica ancora come in pericolo critico, offrendo una minima speranza, ultimamente sono state eseguite diverse ricerche sul campo allo scopo di verificare l'esistenza della specie, ma tutte hanno dato esito negativo, il ché porta a concludere, pur senza l'assoluta certezza, che sia estinta in natura. La WPA sta cercando di avviare un programma finalizzato alla reintroduzione del L. edwardsi in Vietnam che si spera possa divenire attivo e funzionante entro la fine dell'anno ( 2020 ). Tuttavia a causa di alcuni problemi lungo il percorso, i tempi potrebbero allungarsi.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI e DIMORFISMO SESSUALE: Nella sottospecie L. E. HATINHENSIS il maschio si differenzia dalla forma nominale per la coppia di timoniere centrali bianche che assieme alla cresta, possono essere leggermente più lunghe rispetto a quelle di quest'ultimo, mentre le femmine delle due sottospecie risultano molto simili, pur essendo la vietnamita un pochino più scura. La presenza di piccole differenze nel piumaggio e l'assenza di sovrapposizioni dei territori, inducono a pensare che il vietnamita potrebbe anche essere un conspecie del L. EDWARDSI e non una sottospecie dello stesso, oppure il risultato di una serie di incroci avvenuti all'interno di una piccola e isolata popolazione, del resto una simile variazione pare essersi verificata anche in cattività tra esemplari appartenenti alla specie nominale. Sono uccelli abbastanza longevi con il record di un maschio iscritto nel registro genealogico internazionale e vissuto sino all'età di 22 anni. Un altra caratteristica che contraddistingue questi fagiani riguarda le femmine che a partire da 6-8 anni di vita possono andare soggette ad una forma di “mascolinizzazione” ( ginandria o ermafroditismo sequenziale 1 *), condizione abbastanza comune in altre specie come i pesci, e se pur meno frequentemente, anche nei rettili, ma non comune negli uccelli.
Nel MASCHIO la livrea uniformemente blu-nero metallico, per quanto sobria, è indubbiamente appariscente, ed inoltre è talmente iridescenze da farlo apparire di raso, che diviene ancor più intensa quando si trova esposta alla luce solare. Il capo è caratterizzato da una breve e ispica cresta bianca, molto più corta rispetto a quelle dei suoi congenere; lati della testa con evidenti porzioni di pelle nuda rossa attorno agli anelli oculari che si ingrossano e papillano quando il maschio si trova in uno stato di eccitazione, o durante il corteggiamento. Coda corta, becco bianco-verdognolo e zampe rossicce con tarsi dotati di forti speroni.
Nella FEMMINA il piumaggio è generalmente marrone-grigio senza iridescenze, con ali e coda che presentano sfumature più calde e nerastre. La cresta è praticamente inesistente; zone di pelle nuda rossa attorno agli anelli oculari meno ampie e vellutate rispetto a quelle del maschio, coda breve, zampe rossicce con tarsi privi di speroni, o solo minimamente accennati.
I GIOVANI di entrambi i sessi sono molto simili alle femmine adulte, con i maschi che dopo i tre mesi di vita si rendono distinguibili per la presenza di piume blu-nere sparse su tutto il corpo, mentre le giovani femmine sono caratterizzate da variegature nerastre sulla parte alta del dorso ( mantellina ), scapolari e copritrici.
1*) Ginandria................................= 1*) Condizione di pseudoermafroditismo femminile, caratterizzata dall'appartenenza al sesso cromosomico femminile (XX) in concomitanza con caratteri sessuali maschili o ambigui. La causa più frequente è l'iperplasia surrenale congenita, in cui il surrene produce un eccesso di ormoni maschili, che determinano la comparsa di caratteri sessuali maschili. A seconda della quantità di androgeni prodotti, i caratteri maschili saranno già presenti alla nascita, oppure compariranno durante l'infanzia, la pubertà o la giovinezza.
1*) Ermafroditismo sequenziale .... = il più frequente, con individui che si "spostano" da un sesso all’altro.
1*) Ermafroditismo proterandrico ... = molto meno comune del precedente. Quando un organismo nasce maschio e poi diventa femmina.
VALORI FISICI: ( la sottospecie hatinensis è pressoché simile alla forma nominale )
MASCHIO: Lunghezza totale 60-65 cm.......lunghezza della sola coda 20-30 cm.......peso 0, 9-1, 2 kg.
FEMMINA: Lunghezza totale 45-55 cm.......lunghezza della sola coda 15-25 cm.......peso 0, 8-1, 0 kg.
STATO DI CONSERVAZIONE IN CATTIVITA': Da ricostruzioni fatte attraverso gli archivi di Clerés risulta che già nel 1922 Jabouille, collaboratore di Delacour, era riuscito ad ottenere una coppia di L. EDWARDSI mandatagli dalla regione di E-Lailang ( Vietnam ), un maschio dalla regione di Vinh-Linh ( Vietnam ) e successivamente altri quattro maschi provenienti sempre dalle stesse regioni. Stranamente di questi sette soggetti non se ne seppe più nulla, e non esistono altri articoli riguardanti l'evento. Ufficialmente la specie risulta in cattività dal 1923/1924, e cioè da quando Delacour partecipò alla già menzionata spedizione nel Vietnam centrale che gli permise di catturare 22 soggetti vivi 15 dei quali vennero spediti in Francia nel maggio del 1924, e questa si può considerare come la prima importazione riconosciuta di L. EDWARDSI. Delacour portò a Clerés 4 maschi e 3 femmine che sopravvissero adattandosi perfettamente alla cattività, tanto che nel 1952 cominciarono a riprodursi, mentre gli altri 8 esemplari furono offerti a Zoo e collezioni private di amici, fra i quali anche A. Ghigi. Nel 1926 Delacour decide di recarsi in Giappone partendo direttamente dal Vietnam, non senza prima aver spedito in Francia esemplari di I. RUFA, I. IGNITA ed alcuni GALLUS, ma stranamente nessun L. EDWARDSI, o perlomeno non risultano dai registri, mentre portò con sé due maschi ed una femmina, da regalare al suo caro amico Taka Tsukasa. E' curioso constatare che Jabouille annota sul suo taccuino che in Giappone furono portati una femmina e tre maschi per il Dr. Kuroda, anche se molto probabilmente si tratta di un errore. Altri esemplari furono catturati in Vietnam e portati a Clerés da Delacour e Jabouile tra il 1928 e il 1930, nel frattempo però in Inghilterra anche Spedam Lewis, proprietario di importanti collezioni di animali, nonché amico di Delacour, era sicuramente in possesso di alcuni esemplari appartenenti a questa specie perché nel 1929 riuscì ad allevare un numero, per quanto imprecisato, imprecisato di piccoli.
RICAPITOLANDO: si ritiene che circa 28 L. EDWARDSI siano stati stati catturati da Delacour nel corso di missioni in Indocina svoltesi prima della guerra, dei quali due terzi furono mandati a Clerés, in Francia, quattro in Inghilterra e tre o quattro in Giappone. Per quanto ne sappiamo da allora non ci sono più state importazioni, inizialmente a causa della seconda guerra mondiale, ed in seguito a quella civile in Vietnam, alla quale fece seguito un lungo periodo post-bellico in cui i rapporti con questo paese non erano certo facili. E' altresì possibile che soldati americani di ritorno in licenza, oppure a guerra terminata, intravedendo un possibile profitto, abbiano portato con loro in USA e Canada alcuni esemplari di questi fagiani, tuttavia non essendoci prove a conferma del fatto, il tutto rimane a livello ipotetico. Questa trentina di soggetti arrivati in Europa tra il 1924 ed il 1930, non considerando le annotazioni di Labouille del 1922, sono da ritenersi i capostipiti di tutta l'attuale popolazione in cattività. In contrapposizione a quanto si è sempre creduto, e cioè che Clerés fosse l'unico centro per la propagazione della specie, si è scoperto che i soggetti attualmente presenti nelle varie collezioni provengono invece da diversi allevamenti esistenti all'epoca. Ai giorni nostri pur rimanendo poco comune e rappresentato solo da poche centinaia di individui negli allevamenti di tutto il mondo, il loro numero rimane comunque stabile. Tuttavia l'alta consanguineità può portare nel medio/lungo termine alla degenerazione della specie, e considerato l'incerto futuro di questi fagiani nei luoghi di origine, l'importanza di mantenerne la vitalità genetica in cattività a ormai assunto carattere di primaria importanza. Purtroppo bisogna segnalare diversi incroci più o meno involontari, soprattutto con L. SWINHOE, ed ibridi che spesso risultano del tutto simili al L. EDWARDSI.
Attualmente, pur non potendosi considerare comune, è comunque rappresentato in cattività con numeri che sembrano in continuo aumento. Negli USA si è cercato di sopperire alla mancanza ( o comunque molto ridotta ), cresta sul capo dei maschi composta da filiformi piume bianche, con importazioni dall'Europa di esemplari che per contro presentano ciuffi ben evidenti. Sempre negli Stati Uniti, e grazie allo sforzo congiunto degli allevatori, la diversità genetica, pur non potendosi definire ottimale, è sicuramente migliore rispetto ad alcuni decenni fa.
CARATTERE ED ADATTAMENTO ALLA CATTIVITA': Piccoli, forti, resistenti e poco sensibili alle malattie, tanto da essere considerati al pari degli ARGENTATI fra i più rustici rappresentanti della famiglia dei fagiani. Di facile allevamento si dimostrano solitamente timidi e silenziosi apparentemente indifferenti a tutto quello che li circonda, passando la maggior parte del tempo nella penombra del rifugio o nascosti in qualche angolo della voliera. Dotati di un forte istinto famigliare sono pronti a condividere il cibo anche con piccoli di altre specie e accorrere, o quantomeno cercare di farlo, in loro aiuto sentendoli pigolare pur trovandosi in un'altra voliera, comportamento del tutto simile a quello delle chiocce domestiche. Si tratta di animali tranquilli dotati di una personalità particolare e interessante che spesso li spinge ad ignorare gli esseri umani, e fatto unico fra i fagiani sembrano amare la pioggia, cosa che potrebbe essere in qualche modo collegata alle loro origini tropicali ed al clima umido e piovoso che contraddistingue quei luoghi. Tollerando molto bene sia il freddo che le intemperie di ogni tipo, tanto da poter rimanere all'esterno anche nei mesi invernali. I maschi durante il periodo riproduttivo possono dimostrarsi aggressivi nei confronti delle femmine, che se non vengono in qualche modo “aiutate”, a causa delle continue richieste amorose dei compagni possono venirsi a trovare in situazioni poco piacevoli, soprattutto se l'ambiente in cui si trovano non è sufficientemente ampio, privo di vegetazione e/o nascondigli artificiali che consentano a loro di nascondersi alla vista dei focosi partner. E' altresì possibile che trovandosi in ambienti spogli e mancanti di nidi artificiali, qualche femmina inizi a beccare le uova per poi mangiarsele e una volta presa questa deprecabile abitudine è quasi impossibile che la perdano. Purtroppo sono da segnalare anche casi di maschi paragonabili a dei killer spietati, dominati da uno stato aggressivo completamente fuori controllo che li induce ad uccidere tutte le femmine alle quali vengono accoppiati. In casi come questi, che tuttavia possono coinvolgere ogni specie, compresa quella umana, c'è poco da fare, se non isolare il soggetto dopo essersi però assicurati che non si tratti di incompatibilità caratteriale o di forte stress dovuto a voliera e/o ambiente non adeguato. Con i dovuti accorgimenti possono essere lasciati in regime di semi-libertà.
( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Come gestire l'aggressività dei maschi - Progetti e attrezzature - Spazio-R. )
ETA' RIPRODUTTIVA: In genere i maschi sono atti a riprodursi nel primo anno di vita mentre le femmine risultano sessualmente mature a due anni, ma grazie fors'anche al tipo di alimentazione, incroci avvenuti nel tempo e/o clima, sono spesso feconde già nel primo. Ciò nonostante per entrambi i sessi il massimo tasso sia di fertilità che di deposizione è raggiunto a circa quattro anni di vita.
TIPO DI ACCOPPIAMENTO: Indipendentemente da quanto avviene allo stato selvatico, in cattività vengono tenuti in condizione di monogamia, pur essendoci casi riconosciuti di trii che si riproducono con regolarità e senza problemi. A causa del carattere aggressivo che spesso contraddistingue gli individui appartenenti a questa specie, è consigliabile formare le coppie con soggetti giovani, nettamente più adattabili e tolleranti. Ostico invece quello con esemplari adulti, soprattutto nel caso si debbano sostituire per qualche motivo le femmine, dato che i maschi possono dimostrarsi estremamente violenti nei confronti delle nuove partner, ed in special'modo quando queste sono introdotte nelle voliere in cui alloggiano già da tempo, e che quindi considerano come loro territorio. Ciò nonostante trovandoci nella condizione di doverlo fare, senza però avere la necessità di un ri-accoppiamento immediato, è preferibile attendere pazientemente la fine del ciclo riproduttivo, quando i maschi entrano in muta e risultano meno nervosi. Ma se per qualche malaugurato motivo si fosse costretti ad agire con una certa urgenza, è consigliabile che prima dell'accoppiamento la femmina venga alloggiata per qualche tempo in una voliera, o grosso gabbione, adiacente ( o all'interno ) a quella in cui si trova il maschio in modo che possano simpatizzare, o perlomeno sperare che lo facciano, e poi portare il maschio, e mai viceversa, dalla femmina. Oppure togliere il maschio per qualche giorno dalla voliera in cui è abitualmente alloggiato, e lasciare ( o portare ) che nel frattempo la femmina famigliarizzi con il nuovo ambiente prendendone “possesso”, dopo di che si può provare ad inserire nuovamente il maschio. Se l'aggressività permane non rimane che isolare il soggetto, o attendere un periodo più favorevole. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Come gestire l'aggressività dei maschi - Progetti e attrezzature - Spazio- R. )
PERIODO RIPRODUTTIVO: I maschi iniziano molto presto, accennando i primi vigori sessuali già a fine gennaio inizi di febbraio, con le prime uova solitamente prodotte verso la metà di marzo, ma anche prima per le femmine adulte quando le condizioni climatiche sono favorevoli, mentre le giovani possono ritardare la deposizione sino agli inizi di aprile, ed a seconda dei casi, protrarsi per tutto luglio e parte del mese di agosto, nel caso in cui le uova vengano raccolte.
TIPO DI NIDO: Le femmine sono generalmente dotate di un buon istinto materno, ed essendo anche adattabili sono solite utilizzare qualsiasi tipo di nido artificiale venga loro messo a disposizione, sia a terra che sollevati dal suolo. In mancanza di questi è probabile che depongano in buche poco profonde scavate in angoli tranquilli di voliera e/o rifugio. Può altresì succedere che alcune femmine prima di utilizzare i nidi appositamente preparati o di approntarseli, oppure perché non predisposte alla cova, depongano le uova in giro per tutta la voliera. Nel caso di femmine con il deprecabile vizio di beccare le uova è consigliabile l'uso di nidi di sicurezza a doppio fondo che hanno lo scopo di occultare l'uovo alla vista della fagiana. Questo tipo di nido non può essere utilizzato per la cova.
( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Tipi di nido )
UOVA DEPOSTE STAGIONALMENTE: Nel caso di cova naturale vengono solitamente deposte 2-6 uova ad intervalli di 24-36 ore fra uno e l'altro, con una media di 6-8 quando le femmine raggiungono il massimo della fertilità, cioè intorno ai 4 anni di vita. Tuttavia se raccolte può verificarsi una seconda deposizione e talvolta addirittura una terza, che solitamente consiste in sole due o tre uova, spesso non fertili, per un totale complessivo di 18-20. L'intervallo tra una deposizione e l'altra
( periodo di riposo ) varia da 6-7 a 20-21 giorni, con una media che si aggira intorno alle due settimane.
PERIODO DI INCUBAZIONE e SCHIUSA: L'incubazione mediamente si protrae per 23-24 giorni, con le femmine che spesso dimostrano non solo di essere buone covatrici, ma anche ottime madri crescendo amorevolmente i loro piccoli. Nel frattempo il maschio, che solitamente si dimostra tollerante nei confronti della partner, può essere lasciato in voliera, ma deve essere prontamente allontanato nel caso in cui la disturbi mentre è intenta a covare, oppure abbia a dimostrare aggressività nei confronti dei nuovi nati, nonostante il più delle volte si comportino da padri affettuosi e molto attenti, o perlomeno isolato in un grosso gabbione o serraglio che in caso di necessità, e sempre che le misure lo consentono, può essere realizzato all'interno della stessa voliera utilizzando dei telai in rete metallica. Tuttavia sia con l'incubazione artificiale < Temperatura pari a 37, 6-37, 7 gradi, con circa il 55-56% di umidità > che usando gallinelle o fagiane di altre specie, si possono ottenere eccellenti risultati. I piccoli non presentano particolari difficoltà d'allevamento e possono essere associati ad altri purché non aggressivi e/o dominanti, ciò nonostante all'età di circa due mesi vanno separati, ed anche prima se dovessero verificarsi dei problemi di pacifica convivenza dovuti ad intolleranza reciproca. A tre o quattro mesi, anche in relazione al loro sviluppo, è già possibile costituire le coppie di futuri riproduttori cercando per quanto possibile
di associare esemplari che siano caratterialmente compatibili.
ALIMENTAZIONE PER PULCINI e FAGIANOTTI: Non presenta nessuna difficoltà e può essere attuata attraverso normali composti commerciali ( mangimi bilanciati ) da somministrare a seconda dei tipi, ed in relazione ai periodi di vita. Con aggiunta di cereali, erbe, verdure e frutta, oltre a integratori alimentari e vitamine se e quando ritenuti necessari. A 3-4 mesi di vita è altresì possibile cambiare il tipo di dieta in uso portandola inizialmente ad essere mista, cioè composta da mangime e granaglie spaccate o un mix per piccioni, e successivamente, ammesso che ci si voglia orientare verso questo tipo di alimentazione, costituito esclusivamente da cereali spaccati e/o interi o dal mix per piccioni. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione )
ALIMENTAZIONE PER ADULTI e RIPRODUTTORI: A circa 4-5 mesi di vita si inizia a fornire quello che sarà l'alimento base per la maggior parte dell'anno, che soprattutto per praticità è solitamente costituito da mangime granulare o pellettato da mantenimento o riposo per fagiani, integrato da una manciata di granaglie intere e/o spaccate, del solo grano oppure un buon mix per piccioni. Come già precedentemente esposto è altresì possibile una dieta sia mista che costituita esclusivamente da cereali o mix per piccioni. Con l'approssimarsi, così come durante il periodo riproduttivo, è preferibile sostituire il mangime da mantenimento con un tipo specifico per ovaiole di fagiano. In ogni stadio della vita, periodi dell'anno e/o tipi di alimentazione una buona integrazione a base di erbe, verdure e frutta a pezzetti è necessaria al loro benessere psico-fisico. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Alimenti e alimentazione - Progetti e attrezzature )
PULCINAIA e PARCHETTI PER SVEZZAMENTO: Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Pulcinaia e parchetti per svezzamento.
VOLIERA PER ADULTI: Quando si tratta di specie ben adattate non esistono regole riguardanti le misure della voliera, se non quelle dettate dal buon senso, e se la coppia ( o trio ) convive senza particolari problemi, cosa che purtroppo non sempre si verifica, non richiedono grandi strutture. Ciò nonostante è preferibile che la voliera in cui vengono alloggiati sia almeno di 15-20 mq, e alta non meno di 2, 00-3, 00 metri, tenendo tuttavia ben presente che più spazio assegneremo ai nostri EDWARDS, migliore sarà la loro esistenza, ed il comportamento molto più naturale ed equilibrato, favorendo nel contempo anche la riproduzione. Pur tollerando bene sia il freddo quanto il caldo, è preferibile che alla voliera venga annesso un rifugio non necessariamente coibentato in grado di poterli comodamente ospitarli e nel contempo difendere dalla luce troppo intensa, nonché proteggere da pioggia e vento, così come durante i lunghi periodi di maltempo particolarmente umidi e uggiosi, o più semplicemente quando sentono il bisogno di isolarsi in cerca di tranquillità, con al suo interno almeno un posatoio sopra il quale indugeranno a lungo durante le afose giornate estive. ( Approfondimenti in: PARTE GENERALE - Voliere per adulti - Gestione della voliera - Tipi di rifugio )
Lophura e. edwardsi femmina....da - Autore: Nguyen Hoai Bao