galliformi...e non solo.....
Cromolitografia ( colori originali - elaborazione gbp.bio ). Immagine originale pubblicata per la prima volta per la prima volta nel (1876–1899), seconda (1904–1926), terza (1923–1937)
Un SITO unico nel suo genere, dedicato in massima parte ai GALLIFORMI ma non per questo indifferente a tutte quelle creature appartenenti al meraviglioso mondo alato che per bellezza o rarità meritano di essere maggiormente conosciute, e salvaguardate attraverso adeguati programmi d'allevamento in cattività. L'interazione con gli appassionati che vorranno collaborare con noi porterà alla realizzazione di nuove pagine che andranno ad arricchire la GLOBAL BIRDS PROJECT, che oltre ad un punto di riferimento, deve costituire il modo più semplice e diretto per scambiare le proprie esperienze
LEGGENDA: Nonostante ricerche bibliografiche accurate, gli ordini tassonomici riportati possono risultare non conformi rispetto a quelli di alcune pubblicazioni, questo non è dovuto ad incuria, ma al fatto che piuttosto spesso gli autori non essendo concordi fra loro perseverano nel ritenere alcuni generi e/o specie appartenenti ad un ordine tassonomico piuttosto che ad un altro. Quindi molto dipende dai testi citati, dall'esperienza e dalla validità che si attribuisce ad essi. Questa confusione purtroppo perdurerà finché non verranno imposte regole ben precise che li obblighino ad uniformarsi. Non è giusto che l'appassionato, soprattutto se profano, così come il semplice lettore, si debbano scervellare cercando di arrivare ad una qualche conclusione logica solo perché non si vuole raggiungere un accordo.
_________________________________________________________________________________________________________________
DA SAPERE:
Nomen nudum significato in Zoologia: In tassonomia, il termine nome nomen nudum (al plurale nomina nuda ) cioè "nome nudo" o forse più esattamente "nome vuoto", è relativo ad un'espressione scritta latina (sempre in corsivo) appartenente al vocabolario nomenclaturale zoologico e botanico spesso utilizzato in vece di "nomen invalidum" o "nomen tantum". Indica un nuovo nome di taxon non valido, inutilizzabile come nome scientifico binomiale in quanto pubblicato non sufficientemente descritto o illustrato.
Trattandosi di un appellativo non legittimo, può essere riutilizzato, anche, da un altro autore come nome scientifico valido a scopi tassonomici; in questo caso viene mantenuto l'autore e la data del nome valido e non della prima volta che è stato proposto.
Il Codice internazionale di nomenclatura zoologica fornisce questa definizione:
“ Nomen nudum ( pl. Nomina nuda ) = termine latino riferito ad un nome che, se pubblicato prima del 1931, non risulta conforme all'articolo 12, oppure se pubblicato dopo il 1930, non è conforme all'articolo 13".
" Nomen nudum ( pl. Nomina nuda ) = termine latino riferito ad un nome che, se pubblicato prima del 1931, non risulta conforme all'articolo 12, oppure se pubblicato dopo il 1930, non è conforme alla sezione 13 ". Un'altra espressione non sufficientemente codificata è "nomen subnudum" che designa un nome la cui validità è dubbia o critica, in particolare l'assenza della diagnosi latina o la designazione del tipo per cui al suo posto verrà utilizzato semplicemente "nomen invalidum". Quindi nomen nudum, indicherà qualsiasi nome pubblicato non accompagnato da un testo che sia accettabile come diagnosi o un elemento equivalente come ad esempio una figura che mostra i dettagli finalizzati a facilitarne l'identificazione. Questo risale alla seconda versione del Codice di Nomenclatura (Vienna, 1905) dove appare esplicitamente in un articolo (p. 26, nella formulazione dell'art. 38). Tuttavia cadde ben presto in disuso, pur continuando ad essere utilizzato dagli specialisti fino ad oggi. Un nome pubblicato accompagnato da una diagnosi non latina del 01.01.1935 non è valido.
Il nome di un genere, non è considerato un nomen nudum. Allo stesso modo, un nome pubblicato anche se accompagnato solo da una figura che però mostra i dettagli per facilitare l'identificazione, non è un nomen nudum. È comunque valido se pubblicato prima del 01.01.1908. La Raccomandazione 50B del Codice di Nomenclatura specifica: quando si cita un nomen nudum, si dovrebbe indicarne lo stato aggiungendo nomen nudum o nomen nudum . Esempio: Carex bebbii (Olney, Car. Bor.-Am. 2: 12. 1871), pubblicato senza diagnosi o descrizione, dovrebbe essere citato come Carex bebbii Olney, nomen nudum.
============================================================================================================
E’ doveroso ribadire che la scelta di un criterio univoco e universale per identificare le specie (classificazione) potrebbe non essere corretto in quanto il processo evolutivo, in continuo fermento, non si ferma nel tempo, pertanto, ciò che osserviamo è solo una frazione di questo inarrestabile processo naturale che muta costantemente.
============================================================================================================
Spesso i dati frammentari e le misurazioni basate su pochi esemplari rendono difficile, se non illusorio, stabilire con precisione sia la taglia quanto il peso, essendo troppe le variabili che li possono condizionare, per cui nel descrivere i " VALORI FISICI " di ogni singola specie (GALLIFORMI), vengono presi in considerazione dei dati apparentemente generici, ma che in realtà danno una significativa indicazione sulle proporzioni degli esemplari presi in considerazione.
_________________________________________________________________________________________________________________
I colori che già di per se tendono a svanire nel corso dell'anno per effetto dell'usura ed invecchiamento delle penne, sbiadiscono ancor più velocemente se intensamente esposti alla luce solare, potendo assumere tonalità anche molto diverse da quelle presentate appena terminata la muta. Quindi stabilire e/o descrivere i cromatismi della livrea che oltre al periodo di osservazione, possono completamente cambiare a seconda dell'intensità della luce e/o angolazione, diviene piuttosto difficile, se non addirittura illusorio, soprattutto quando riferito a tutte quelle specie che sfoggiano cromatismi particolarmente brillanti ed iridescenti tendenti a cangiare.
________________________________________________________________________________________________________
Con " NO-CITES " si intende tutte le specie non espressamente inserite nell'allegato 1° ( A ) della CITES.
Tuttavia, in considerazione della continua evoluzione alla quale sono soggetti tali allegati, nonché per una maggiore sicurezza, è opportuno controllarli ogni qualvolta si abbiano dubbi, o comunque secondo necessità.
________________________________________________________________________________________________________
L'indicazione di posizione (in movimento), così come le mappe relative alla distribuzione delle specie, quando non diversamente specificato, devono essere considerate con molta cautela. Solitamente viene evidenziato l'intero Paese, quand'anche la specie in oggetto si trovi in un unico luogo, quindi non forniscono l'esatta posizione, ma solo un indicazione generale. Inoltre, va altresì specificato che la maggior parte delle mappe relative alla distribuzione delle specie/sottospecie sono da considerare con la dovuta cautela in quanto: attualmente viene utilizzata un’ampia gamma di modelli di distribuzione delle specie (Stockwelland Peters, 1999; Friedman et al, 2000; Breiman, 2001; Wikle, 2003; Philips et al, 2006). Questi SDM utilizzano principalmente dati sulla presenza di specie con variabili ecologiche/ambientali (vegetazione, temperatura, precipitazioni, ecc.) e variabili topografiche (tipo di elevazione, pendenza, esposizione, ecc.) per creare un modello di distribuzione e habitat di una specie (Guisan e Thuiller, 2005). ;Elith et al., 2006; Zimmermann et al, 2010). Tuttavia, sebbene le tecniche di indagine tradizionali siano importanti per valutare la distribuzione e preferenza dell’habitat idoneo alle specie, lo sviluppo delle tecnologie geo-spaziali ha fornito un sistema complementare agli studi sul campo sulla fauna selvatica (Ali, et al, 2010; Qamer et al, 2011; Matin et al , 2012). Con lo sviluppo di nuove tecniche statistiche e geo-spaziali, lo sviluppo di strumenti predittivi i modelli di distribuzione delle specie (SDM) sono aumentati in ecologia, biogeografia e biologia della conservazione (Guisan e Zimmerman, 2000; Guisan e Thuiller, 2005).
Dai ritrovamenti fossili si evince che proto-galliformi esistevano come gruppo già all'inizio del Terziario, cioè più di 75 milioni di anni fa. Gli uccelli appartenenti a quest'ordine costituiscono un gruppo piuttosto omogeneo, e probabilmente monofilettico attualmente suddiviso in 7 famiglie dalla maggior parte degli Autori, che si sono diffusi pressoché in tutto il Mondo.
FAMIGLIE:
Phasianidae........... fagiani, pernici, francolini, quaglie del V. Mondo ( Coturnix coturnix ) e affini.
Odontophoridae..... quaglie del Nuovo Mondo.
Tetraonidae............ tetraoni..................( spesso vengono collocati nel gruppo dei Phasianidae )
Meleagrididae........ tacchini selvatici.
Numididae............. faraone.
Cracidae................ cracidi.
Megapodiidae........ megapodi.
GENERI e SPECIE di GALLIFORMI menzionati in questo sito:
FAGIANI............................................................................. 16 generi ..152- 156 specie
PERNICI............................................................................ 17 generi ............54 specie
QUAGLIE del Vecchio Mondo............................................ . 4 generi …........14 specie
QUAGLIE del Nuovo Mondo ( Odontophoridae ).............. 8 generi …...... .34 specie
FRANCOLINI..................................................................... 5 generi ........... 41 specie
TETRAONIDAE..................................................................10 generi .…...... 21 specie
TACCHINI.......................................................................... 2 generi …......... 7 specie
FARAONE.......................................................................... 4 generi .…....... 6 specie
CRACIDI............................................................................ 11 generi .….......50 specie
MEGAPODI........................................................................ 7 generi ….........22 specie
QUINDI: 81 generi e 398/402 specie di Galliformi in totale.
Ad esclusione dei CRACIDI, i Galliformi presentano la caratteristica di potersi ibridare fra loro. Si tratta di specie, con dimensioni molto variabili, ma di struttura in genere compatta e robusta. Le ali risultano larghe e arrotondate, con 10 remiganti primarie, e 10-20 secondarie che nel complesso si distinguono per avere una caratteristica curvatura. Il becco è breve ed arcuato con narici parzialmente coperte da un opercolo; molti di loro presentano sul corpo aree nude, creste, carrucole e bargigli, spesso colorati vivacemente; le zampe sono generalmente corte e robuste, con dita provviste di forti unghie perfettamente adatte ad una vita terrestre. I pulcini nidifughi e precoci, schiudono ricoperti di piumino, ed in certe specie, con le penne delle ali già ben sviluppate, e mentre i giovani effettuano una muta post-giovanile completa, con con l'eccezione di alcune primarie esterne, gli adulti ne presentano una post-riproduttiva completa. Per contro, una muta pre-riproduttiva è circoscritta solo a poche specie. In Europa l'unico galliforme che compie lunghi voli di migrazione, raggiungendo l'Africa è la quaglia comune (COTURNIX COTURNIX), e tra tutte le specie, oltre ad un certo numero di sottospecie, comprese in questo ordine, solo 4 risultano migratorie.
In Italia sono presenti solo due famiglie, i PHASIANIDAE con 10 specie, ed i TETRAONIDAE con 4 specie, oltre ad un certo numero di specie “aliene” ormai naturalizzate, fra le quali:
Alectoris chukar.................. - naturalizzata ed ormai presente su tutto il territorio italiano.
Francolinus francolinus....... - in Italia la forma autoctona endemica del Mediterraneo è ormai estinta soppiantata da una piccola popolazione appartenente alla sottospecie asiae. Francolinus erckelii............. - piuttosto comune alcuni decenni fa, oggi è pressoché solo presente nel parco del Circeo.
Colinus virginianus..............- naturalizzato e piuttosto comune sia a livello ornamentale quanto venatorio.
Illustrazione.- Lophura l. lathami da: "A Monograph of the Pheasant" di William Beebe
... Clicca sulla foto o pulsante per accedere alla pagina informativa ...
... Click on the photo or button to access the information page ............
Lophura i. sottospecie
Tragopan b. sottospecie
Lophophorus Lophophorus s. sottospecie
Gallus Gallus sonnerati - Plus
Gallus lafayettei - Plus Gallus varius - Plus Gallus: le 4 specie
Polyplectron P. bicalcaratum sottospecie
Pucrasia Pucrasia sottospecie Ithaginis Ithaginis sottospecie Ithaginis studio
Perdicinae Perdicinae specie Perdicinae specie Coturnix Coturnix specie
Colinus v. sottospecie Colinus sottospecie Odontophoridae Odontophoridae specie Francolinus
Francolinus specie Pternistis specie Tetraonidae Tetraonidae specie Tetraogallus
Tetraophasis Lerwa Lerwa Cracidae Cracidae specie Cracidae specie
Megapodiidae Megapodiidae specie Pteroclidae